domenica 24 novembre 2013

OSPEDALI E DISINFORMAZIONE: CI RISIAMO!



Siamo oramai abituati - ma non dovrebbe essere normale! - ad apprendere dai quotidiani le notizie che l'Amministrazione dovrebbe diffondere anticipando i giornalisti. "L'Arena" dello scorso 20 novembre riporta un titolone sulle novità della spedalità veronese che interessano anche i nosocomi della bassa, con impatti non di poco conto se si legge ciò che la stampa riporta. L'articolo della cronista Camilla Ferro è dettagliato e chiaro, come purtroppo non lo sono i nostri amministratori, sindaco in testa, quando si tratta di informare i cittadini su questioni vitali per Bovolone.
Tra  l'altro l'articolo ci conferma - qualora ce ne fosse stato bisogno - della mancanza di buona fede dell'assessore regionale alla sanità, proprio sul tema delle schede sanitarie.
Bovolone ne esce meglio di quanto si potesse sperare, ma riteniamo che gli altri comuni che saranno privati del proprio ospedale (vedansi Zevio ed Isola della Scala, ad esempio) non lasceranno cadere la cosa, soprattutto se si pensa che Bovolone sopravviverà proprio a scapito di Zevio.
La giornalista, infatti, conferma che "Il «Chiarenzi» di Zevio è già chiuso sulla carta ed entro due anni la «sua» riabilitazione (80 posti letto) passerà in piccola parte a Legnago e per il resto al «San Biagio» di Bovolone che diventa ospedale nodo di rete monospecialistico riabilitativo con 45 posti letto, centro di chirurgia e attività ambulatoriale, ospedale di comunità." Come si sia ma, soprattutto, "chi" sia riuscito in questo mezzo miracolo non ci è dato di sapere. Ma, attenzione: si parla di un periodo di transizione di 2 anni, per cui tutto è possibile, anche il ritorno sui propri passi da parte della politica che subentrerà a quella attuale; non cantiamo quindi vittoria prima del tempo poiché questo modo assurdo di gestire i servizi pubblici ci ha mostrato più di una volta il suo lato peggiore.
L'articolo dice altre cose interessanti a proposito delle schede sanitarie: "«Oltre che al risparmio che in effetti c'è», ribadisce l'assessore, «questa nuova organizzazione sanitaria è tarata davvero sulla necessità delle persone di ricevere assistenza sempre più vicino a casa e sempre più fuori dagli ospedali: la gente piano piano capirà che in reparto ci si andrà solo per l'evento patologico acuto mentre per le cronicità o le attività ambulatoriali ci si rivolgerà agli ospedali di comunità, alle medicine di gruppo, ai punti di primo intervento e ai servizi per la diagnostica. Il grande lavoro fatto per arrivare a queste schede punta proprio a questo, cambiare la mentalità nell'approccio alle cure: con questo piano porteremo finalmente i cittadini a capire come devono "usare" le strutture sul territorio per essere curati meglio limitando nel contempo anche gli sprechi»." Quindi le schede c'erano e questo è lo spirito con cui si è razionalizzata la sanità veronese..............
Come per le altre volte in cui ci siamo interessati di sanità chiederemo chiarimenti e spiegazioni al Sindaco ed all'assessore competente e ci auguriamo che stavolta sulla questione non cadano dalle nuvole come hanno spesso cercato di farci credere.