Rivoluzione al «San Biagio» Nascerà il centro riabilitativo
I posti letto saliranno da 37 a 97 con la creazione del nuovo polo per il recupero dei pazienti che si trova attualmente a Zevio
L'ospedale «San Biagio» punta al raddoppio dei posti letto e all'incremento dei servizi ai cittadini. La riconversione del polo sanitario di Bovolone, prevista nelle schede varate dalla Regione nel 2013, diventerà operativa entro la fine di quest'anno. Tutto ciò grazie all'assegno di un milione di euro staccato da Venezia per consentire l'avvio dei lavori di ristrutturazione interna del complesso, previsti a partire dalla prossima estate.
L'intervento, presentato ieri al «San Biagio» dall'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, verrà attuato allo scopo di sfruttare tutti gli spazi ora vuoti ed inutilizzati, creando nella struttura un polo riabilitativo di riferimento per tutta la Bassa. Ad accogliere l'esponente della Regione c'erano, oltre a Gabriele Gatti, direttore amministrativo dell'Ulss 21, anche il sindaco di Bovolone Emilietto Mirandola, componenti della Giunta e del Consiglio comunale, oltre a diversi primi cittadini del circondario. Tutti interessati all'importante «rivoluzione» ai nastri di partenza, che riassegnerà un ruolo chiave al nosocomio cittadino nell'ambito dell'Ulss 21. Al secondo piano dell'edificio, questa la novità principale, sarà allestito il nuovo reparto destinato al recupero ed alla riabilitazione funzionale, che affiancherà la lungodegenza. «Attualmente», ha osservato l'assessore Coletto, «il San Biagio lavora al 20 per cento delle sue potenzialità, mentre l'ospedale potrebbe offrire più servizi, evitando ai cittadini trasferte a Legnago o a Verona anche per semplici operazioni di day surgery». A riconversione terminata, quindi, i letti al «San Biagio» passeranno dagli attuali 37 a 97. Ai nuovi 35 posti di riabilitazione e ai 18 di lungodegenza si aggiungeranno altri 20 letti dell' «ospedale di comunità», che troverà invece posto nell'ala est del primo piano. Allo stesso livello, ma sul versante opposto, verranno collocati i 24 nuovi posti della vicina casa di riposo, a cui la Regione ha concesso in comodato per 20 anni gli spazi, per una superficie totale di 650 metri quadrati.
L'allestimento della nuova ala dell'istituto per anziani richiederà un investimento di 850mila euro, cofinanziati dal Comune e dalla stessa casa di riposo, che ha chiesto anche il sostegno della Fondazione Cariverona. «A completare l'ospedale», ha proseguito Coletto, «ci saranno gli ambulatori ed il bar al pianterreno, le palestre e gli ambulatori per la riabilitazione al terzo livello e le sale operatorie per la chirurgia ambulatoriale al quarto». Secondo l'assessore alla Sanità: «L'intervento di adeguamento servirà a trasformare il San Biagio, un edificio relativamente recente e realizzato secondo le norme antisismiche, in un punto sanità in grado di offrire cure e assistenza di qualità agli abitanti del territorio. Non è cosa da poco per un ospedale che molti, anzi troppi, hanno dato nel corso degli anni per spacciato».
Coletto ha fornito rassicurazioni anche sul futuro del «Chiarenzi» di Zevio, che in base ai programmi regionali dovrà essere dismesso entro quest'anno. «Con il sindaco Diego Ruzza», ha annunciato, «stiamo lavorando alla riconversione della struttura. Rimarranno sicuramente gli ambulatori e sarà allestito un ospedale di comunità. Il personale non sarà licenziato ma ricollocato in altre strutture dell'Ulss 21».
«I nostri tecnici», ha sottolineato Gatti, «stanno già lavorando alla stesura degli elaborati per far partire i cantieri al più presto. A lavori finiti, quello di Bovolone sarà un centro riabilitativo di riferimento per tutta la Bassa». «La decisione di mantenere in funzione e di rilanciare con nuove prestazioni il San Biagio», ha puntualizzato Emilietto Mirandola, sindaco di Bovolone, «è fondamentale per mantenere un servizio essenziale a disposizione della comunità. Grazie anche all'ampliamento della casa di riposo, la struttura sarà sfruttata completamente per diversi anni». «Il San Biagio», ha concluso Paolo Marconcini, presidente della Conferenza dei sindaci dell'Ulss 21, «è un patrimonio di tutto il territorio. Come primi cittadini dobbiamo curare gli interessi di tutte le comunità da noi amministrate».
Fabio Tomelleri
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