mercoledì 9 novembre 2011

POVERA ITALIA !

Usciamo per un attimo dalle miserie locali per ampliare il nostro sguardo a quelle nazionali. L'Italia è sull'orlo del "default" o, per dirla più prosaicamente, del FALLIMENTO. 
Da settimane si sente e si legge di scenari apocalittici, di rovina annunciata, di suicidio economico......ed il governo, che sempre ha minimizzato la situazione, ora sta per cadere.

Girando sul web abbiamo incrociato il sito defaultitalia.it dove si legge: Se ancora non lo sapete, il prossimo 11/11/2011 l'Italia fallirà. Non siamo noi a dirlo in preda a isterismi catastrofici e apocalittici, ma economisti ed esperti del settore. E, siamo sicuri, le loro fonti sono decisamente più autorevoli e credibili delle nostre!
Sul sito trovate anche il counter con il debito pubblico che cresce vertiginosamente ogni secondo. Si legge anche: L'Italia ha il quarto debito pubblico mondiale. Il suo ammontare è pari alla cifra fantasmagorica di 2mila miliardi di euro, qualcosa che nemmeno la migliore manovra finanziaria del miglior ministro dell'economia è in grado di scongiurare. Fallire per il nostro Paese vorrebbe dire azzerare in un solo colpo tutto il progresso che nei decenni è stato reso possibile dal lavoro di intere generazioni.Che dire? 
Noi, che ci scandalizzavamo della Grecia e della Spagna, noi che stanziamo milioni di €uro in Afghanistan per rifarci una credibilità internazionale (ed il prezzo che paghiamo non è solo in danaro!), noi che ci vantiamo di essere la settima economia del mondo, proprio noi siamo arrivati quasi senza saperlo (o fingendo di non sapere) sull'orlo di una crisi economica ed istituzionale che forse è la più grave che si sia verificata dalla fine della seconda guerra mondiale. 
Non cadiamo nella facile tentazione di voler indicare i colpevoli (o il colpevole) di questo stato di cose: chiunque sia in possesso di un quoziente medio di intelligenza avrà tratto le debite conclusioni di fronte ad uno dei periodi più bui della nostra storia repubblicana ed al peggior esecutivo degli ultimi 60 anni.
Il fatto è che nessuno dei responsabili dell'attuale stato di cose pagherà per ciò che ha fatto, premier in primis: questo immane debito morale e materiale ricadrà sulle fragili spalle delle prossime generazioni, chiamate sin da ora, loro malgrado, ad uno sforzo titanico per riparare i nostri errori senza peraltro poter sperare di averne un benché minimo tornaconto.
E intanto c'è chi misura la gravità della crisi e il benessere di un popolo dall'affluenza nei ristoranti...........................