Il Consiglio Comunale di Giovedì 27 settembre ha dimostrato per l'ennesima volta - qualora ce ne fosse stato bisogno - tutti i limiti della nostra realtà politica e amministrativa locale.
E con questo non intendiamo rivolgerci al solo atteggiamento della maggioranza ma a tutto lo svolgersi del dibattito nell'ambito del Consiglio e, poiché ne facciamo parte, anche noi di Città Futura ci assumiamo una parte della responsabilità di questa situazione che - lo vedono tutti - non può più proseguire in questi termini.
Se non altro, il nostro Gruppo in varie occasioni ha chiesto più sobrietà nel comportamento di tutti ed una maggiore attenzione ai reali problemi di Bovolone più che dare spazio alle beghe interpersonali o alle piccole, reciproche vendette su fatti e circostanze che oramai hanno fatto il loro tempo. Ma persiste, più forte di ogni altra ragione superiore, lo spirito di rivalsa dei singoli e la tendenza a togliersi i classici "sassolini" dalle scarpe alla presenza dei cittadini...........le discussioni perdono il significato di confronto costruttivo, scadendo in una polemica sterile ed inutile dove l'ironia - o meglio, il sarcasmo - sono utilizzati al solo fine di screditare il proprio interlocutore agli occhi dell'opinione pubblica, cercando un consenso popolare che ha il sapore di un applauso da fine commedia.
L'apprezzamento della gente dovrebbe invece scaturire dalle proposte e dalle idee quale patrimonio di un'amministrazione e di un'opposizione serie e costruttive, nel rispetto dei recioproci ruoli e nel leale scambio di pareri e posizioni che non devono necessariamente essere sempre in contrapposizione.
Purtroppo però la gente è abituata da lungo tempo a confondere il dibattito politico con le prove di forza di chi urla di più, con l'uso del pettegolezzo e del "sentito dire", con l'abuso di populismo e promesse elettorali che, alla fine, puntualmente si rivelano specchietti per le allodole.
Il tutto, poi, in un crescendo di confusione verbale e comportamentale degno della situazione in cui si trovarono i costruttori della biblica Torre di Babele........
Se vogliamo che la politica sia davvero a servizio del cittadino, i primi a cambiare atteggiamento dobbiamo essere noi, senza per questo snaturare le nostre prerogative ma usando il nostro ruolo per quello che dovrebbe essere la nostra funzione: amministrare, controllare ed assicurarci che ciò che diciamo a parole corrisponda ai fatti.
Non abbiamo la presunzione di dare lezioni a chichessia, anche perché i primi a metterci sotto esame siamo noi: però se non si comincia davvero a voler cambiare qualcosa, chiunque sarà chiamato in futuro a rappresentare i cittadini in Consiglio corre il rischio di essere una replica dei propri predecessori in un processo di autoconservazione che è quello che sta portando allo sfascio l'intero sistema politico italiano.